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Le Radici del Cielo

 

Si tratta di quei viaggi infiniti nel cuore della vita, dove bisogna continuamente adattarsi per sopravvivere... Viaggi iniziatici, viaggi ontologici, viaggi-missioni... Viaggi di una nonna, anima gemella e modello,  in questa Africa sognata dove si è stabilita... Giulia, Elena, due donne e due destini, che mezzo secolo separano, che si incrociano e si intrecciano nel tempo di una mostra... Viaggi pieni di speranza in Africa di Giulia con i suoi sei figli e il marito entomologo. «L'uomo si elabora con le sue scelte» dice Sartre. Quale sarebbe stata la sua vita e il suo destino, se non avesse seguito ciecamente e per amore suo marito in così lontane e sconosciute terre. Cambiamento totale e scoperta di un paese incantevole e cosi diverso. I paesaggi si compenetrano. Le due sensibilità femminili si mescolano. Tramonti scintillanti di mille fuochi palpitano al crepuscolo. Monti vibranti con la schiusa improvvisa di ciuffi di fiori carminio.

Ampi e vasti panorami di savana, con distese  erbose, sono attraversati da un soffio potente. Una famiglia avanza all'ombra delle grandi montagne al ritmo dei tamburi e della natura che si risveglia. In lontananza si sente il ruggito delle belve e i salti delle gazzelle. Un superbo fregio si svolge davanti ai nostri occhi, suprema vibrazione di giallo zafferano, orlata di blu  prima della tempesta. 

I colori degli altopiani, in patchwork sovrapposti in camaïeux di sottili marroni, vibrano nella luce accecante biancastra. Dei bambini camminano in questo impressionante circo di colline. La ricchezza di queste tele deriva dalla loro combinazione di giochi di rilievi e di trasparenze. La tecnica libera e innovativa al lavis di Elena Chioccarelli, fatta di ampi giochi di pennellate, spatolate e di colature, dà un senso di ampiezza e di libertà all'insieme di questi paesaggi.

Queste vaste distese, traslucide come vetrate, restituiscono magicamente la potente luce dell'Africa. Tutte le superfici sotto l'occhio dello spettatore diventano diafane, suggerendo l'Infinito.  Un albero in torsione, pilastro eretto tra terra e cielo, offre un riparo e una gradita ombreggiatura nello splendore del sole. La vita palpita e corre lungo le sue radici, il suo tronco e i suoi rami. La vita di molte generazioni in attesa.

Viaggi introduttivi di Elena trent'anni dopo in Europa e Sud America, prima del suo insediamento in Svizzera. Sogni africani dal diario di sua nonna e racconti meravigliosi di sua madre e zia. Un'Etiopia sublimata dai sogni dei bambini di diverse generazioni, coniugati e accoppiati alla visione di immagini in bianco e nero. 

Flusso e riflusso della vita. Intersoggettività. Una persona con i capelli lunghi, che Elena ammirava pettinandosi, guarda in lontananza. Le sensazioni dell'una e dell'altra si sposano per diventare una cosa sola.  I ricordi si mescolano e nascono a fior di tela, emozionanti e colorati, interrogandoci sul senso della vita che poco a poco scompare.

Viaggio di ritorno pieno di nostalgia, in Italia, con i figli, lasciando con angoscia il marito, prigioniero in Africa. Immenso esodo, attraverso le pianure deserte, affamati, assetati ed esausti, fino alle «Navi Bianche» salvatrici della Croce Rossa.  Un'opera illustra questo fatto, insieme di collage e dipinti assemblati, che si svolgono in fregio bicolore in una cornice, concepito come una finestra sul futuro. 

Trovare un nuovo equilibrio, una nuova scintilla, un nuovo significato... per un nuovo volo. Attraverso oceani, terre e montagne, la coppia comunica attraverso il pensiero e la potenza del loro amore, che come un filo invisibile si estende all'infinito. L'ansia sta crescendo. I ricordi di questo incantevole e pacifico paese africano cominciano a sfumare, poi svanire, come suggeriscono queste vedute a fisarmonica, di grande originalità, racchiuse in una scatola del tesoro, metafora della nostra memoria. Le lettere dei nonni separati in diversi continenti, dove dialogano con forza e passione per corrispondenza, sono sconvolgenti.

Ricordano ad Elena la quintessenza della vita, dell'Amore. L'unico colore della tavolozza di un pittore è il colore dell'Amore, diceva Chagall. È questo colore che l'artista cerca a fior di tela tra le linee del passato, del presente e del futuro. Linee che corrono e fuggono all'infinito, piene di nuove storie in divenire. Come un'alchimia, i colori e le linee si intrecciano e pulsano sulla tela. La loro organizzazione, la loro intensità colorata e il loro ritmo, sommergono e inebriano lo spettatore all'infinito. A poco a poco i pezzi delle loro vite si compenetrano e si incollano completandosi come un puzzle. Un mosaico si crea all'immagine delle loro vite intrecciate, meravigliate di tanta bellezza e di sincerità condivisa...

Il dipinto di Elena Chioccarelli, situato a metà strada tra la pittura onirica cinese contemporanea di un Zao-Wou Ki, e la creatività espressiva e selvaggia di un Pollock, ci sorprende, ci delizia con la diversità delle sue tecniche, dei suoi supporti e delle sue materie aggiunte e lavorate. Striature e macchie traslucide e  macchiano questi spazi infiniti. Un respiro sembra attraversare tutta la sua opera e ci invita al sogno e alla contemplazione.

Portata dalla storia e dall'amore della nonna, Elena Chioccarelli ci fa vivere una grande avventura sensibile e senza tempo che ci invita a riflettere sull'importanza delle scelte che facciamo, delle strade seguite e del senso della vita. Consapevole dell'eredità ricevuta da sua nonna, fatta di coraggio e di dignità, l'artista ci offre un insieme di grande originalità per forma e contenuto. Un affresco africano, che ci invita a un viaggio infinito, dove gli alberi hanno radici nel cielo, dove cielo e terra dialogano. E come ha detto il poeta e filosofo belga contemporaneo Nils Bard, a proposito dei suoi genitori, parole che si potrebbero trasporre alla nonna di Elena, «i genitori danno radici e ali ai bambini. Radici per sapere da dove si viene e ali per volare verso il futuro». Un viaggio infinito di emozioni, dove gli spettatori potranno surfare e magari ritrovarsi...   

 

Patricia Zazzali 

(storica dell'arte, Lausanne)

Testo tradotto dal francese

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